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Due vite, Songfic Dorian/Algie sulla canzone “Due vite” di Marco Mengoni

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view post Posted on 11/6/2023, 15:10
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E' sempre un piacere, Watson!

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Songfic derivata da “Now we are apart” ideata ascoltando l’omonima canzone di Marco Mengoni sul volo di ritorno verso casa 😊


Ti ho rivisto su un letto d’ospedale.
Ancora bisognoso di cure dopo un incidente causato dalle troppe pillole che avevi ingerito per non pensarmi.

Ti ho rivisto svegliarti.
E quando i tuoi occhi hanno incontrato i miei… Tutto il resto del Mondo per me è svanito.

Siamo i soli svegli in tutto l'universo



Eri diverso; sei diverso.

E non conosco ancora bene il tuo deserto



Ed ho creduto che, per questo, per noi non ci fosse più speranza.

Ti avevo sognato per così tanto tempo…
Rammentavo il tuo sguardo dolce, il tuo carattere docile, il tuo corpo esile e flessuoso.
Tu non sei più così.
Ma io rivolevo con me lo stesso Algernoon che avevo tanto amato.

Forse è in un posto del mio cuore dove il sole è sempre spento



Mi puoi capire?
Mi puoi perdonare se rivoglio quel che avevo? Che avevamo?

Faccio osservazioni che ti indispettiscono. E forse me ne rendo anche conto.
Suvvia… Le faccio consciamente, sì. La smetto di nascondermi dietro un dito.
Perché voglio scrollarti; mostrarti quanto la tua diversità ferisca i miei ricordi.
Ho lasciato tutto, per star di nuovo con te. Ho cancellato cento anni con Vincent per restare al tuo fianco, ora. Puoi fare anche tu qualcosa per avvicinarti a quel che vorrei?
Ti dico dei tuoi bei ricci che desidero fra le mie dita (ma che ora non hai più). Ti dico di quei baffetti che rendevano ancor più bello (adesso sei barbuto, e a volte questa tua barba pizzica la mia pelle delicata, quando ti bacio).
Lo so.
Ti sto allontanando. Ma ti trattengo comunque.

Dove a volte ti perdo, ma se voglio ti prendo



Ti trattengo facendo l’amore con te come non facevo da un secolo.
Ti trattengo cercando il più delle volte di tacere su quanto la tua nuova struttura muscolare mi spaventi.
Ti trattengo facendoti complimenti, coccolandoti, aspettandoti dopo le tue lunghe giornate di lavoro.

So che questa stasi è solo la quiete prima della tempesta.

Siamo fermi in un tempo così, che solleva le strade
Con il cielo ad un passo da qui,



E poi sei esploso; come il Big Bang, distruggendo quel minimo di stabilità che mi aveva fatto sentire ancora in piedi.
Mi hai detto tutto quello che avevi provato di negativo dal primo giorno in cui ci eravamo incontrati. Tutto, te ne rendi forse conto?
Senza gridare, certo, ma sfogandoti comunque.
Mi hai rinfacciato le cose orribili che ti ho causato.
Non ricordi le cose belle?
Algie, io non sono così tremendo come mi hai descritto quella sera in cui pensavi io volessi la tua copia moderna (il caro Byron) nel mio letto.
Non posso esserlo. Vero?

siamo i mostri e le fate



Mi hai fatto sentire la persona peggiore di questo mondo.
Io no.
Non ti ho detto quanto male il tuo abbandono mi abbia fatto stare.

Dovrei telefonarti, dirti le cose che sento
Ma ho finito le scuse e non ho più difese



Magari, alla fine, hai ragione tu. Sì.
Sono quello che ho sempre sentito di essere: il cattivo della tuo libro. E tu sei il povero eroe vessato con il fato contro.
Che destino orribile, quello che ti ha permesso di innamorarti del tuo carnefice…

Siamo un libro sul pavimento in una casa vuota che sembra la nostra



Tu non entri in villa Gray.
Odi questo posto che io amo.
Ti fa riaffiorare le memorie di un tempo che ci era appartenuto, fatto di feste con abiti eleganti, spensieratezza e un pizzico di pericolo (il nostro amore era proibito, più di cent’anni fa; io non dimentico)…
Pugnalerò qui il ritratto. La farò finita, e così potrai scrivere un finale diverso per la tua storia.
Magari mi ubriacherò, prima. E guarderò le nostre foto antiche e nuove. Magari renderà il tutto più dolce…

Il caffè col limone contro l'hangover, sembri una foto mossa



A proposito di bere… Forse quella volta in discoteca non avremmo dovuto farlo.
Siamo finiti tra le lenzuola assieme a causa dell’alcol. E dei tuoi bellissimi jeans skinny.

E ci siamo fottuti ancora una notte fuori un locale



Ma se non ci fossimo ubriacati non ti avrei riavuto. E non sarei più stato tuo, magari.
Forse non dovrei pentirmene.

E meno male



Sospiro, sulla Mini di Byron che ci sta riportando a casa dopo aver quasi completato la mia bucket list dell’ultimo giorno.
Ah.
Vorrei avere un pianoforte, a casa. Per suonare ancora una volta la nostra canzone…

Se questa è l'ultima canzone e poi la luna esploderà



Tu sei lì.
Di fronte alla porta della mia villa.
Da quanto aspetti? Hai capito qualcosa?
Forse avrei dovuto mandarti il messaggio d’addio un istante prima di farla finita. E non stamattina.
Vuoi fermarmi? Voglio essere fermato?

Sarò lì a dirti che sbagli, ti sbagli e lo sai



Non so se servono, tutte le parole che mi hai elemosinato.
Sono sicuro di finire la mia vita immortale per darti una possibilità.
È finita, lo vedi?

Qui non arriva la musica



Ok. Va bene.
Non so come hai fatto.
Per ora eviterò di tranciare il mio ritratto con la mia spada.
Ma solo per ora.
Vedremo come andrà.
Se migliorerà.

Per ora non sono tranquillo. Non riposo benissimo.
E nemmeno tu.

E tu non dormi e dove sarai? Dove vai?



Non voglio farti capire quanto profondamente le tue parole mi abbiano toccato.
No. “Toccato” non è la parola giusta.
Dilaniato. Ecco.

Quando la vita poi esagera



Non te lo dirò mai. Mi mostrerò sempre forte e sotterrerò i miei veri sentimenti.
Non faccio altro da una vita.
Dopotutto ho taciuto con Vincent il mio amore ancora intenso per te per venti lustri. E non sono pochi.
Farò lo stesso con te.
Non ti faccio pesare il tuo abbandono successivo alla morte di Cal… Non ti farò pesare nemmeno questo sfogo.
Niente urla, niente mani alzate.
Non farò niente.

Tutte le corse, gli schiaffi, gli sbagli che fai
Quando qualcosa ti agita



E aspetterò che il dolore scemi.
Scema sempre, con il tempo.
Anche se, sordo, rimane come una spina nel cuore, che quando penetra ti sveglia.

Tanto lo so che tu non dormi, dormi, dormi, dormi, dormi mai



Perché faccio tutto questo, ti chiederai?
È semplice: perché ti amo. E non voglio più farti soffrire.

Intrecceremo le nostre vite finché tu vorrai.
Finché funzionerà.
E, sinceramente, spero che funzioni il più a lungo possibile.

Che giri fanno due vite

 
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